La parmigiana alla leccese
Era il piatto della vigilia di Sant’Oronzo ma la si confezionava con abbondanza di ingredienti. È estremamente gustosa e ne esistono diverse varianti.
Risalire all’origine di un nome non è facile. Per quanto riguarda la parmigiana di melanzane sembra che non ci sia nessun legame con la città di Parma né direttamente, né indirettamente attraverso il formaggio parmigiano. Sembra che il nome non derivi nemmeno dal termine siciliano “parmigiana”, con riferimento alle listerelle sovrapposte che formano la persiana. Poiché si esclude anche che il termine sia una deformazione dell’altro nome della melanzana, e cioè “petronciana”, possiamo concludere che siamo in alto mare.
La parmigiana leccese è fortemente legata alle tradizioni e agli stili di vita dei salentini e dei leccesi in particolare.
La festa di Sant’Oronzo, patrono della città di Lecce, che cade il 26 agosto, si connette alle antiche feste pagane legate alle stagioni: è la fine dell’estate, si rientra in città dal mare, inizia l’autunno e si riprende la vita cittadina.
Ma se nel giorno della festa c’era l’usanza di mangiare il galletto arrostito oppure al ragù, per la consuetudine cattolica doveva esserci una vigilia di penitenza. E alla vigilia di Sant’Oronzo si mangiava la parmigiana di melanzane, che pur essendo, appunto, un piatto da vigilia, era confezionato con abbondanza di ingredienti. Come per la pasta al forno, tipico piatto della festa, si metteva nella parmigiana tutto quello che il portafoglio (e la coscienza religiosa) consentiva: mozzarella o scamorza, uova sode, formaggio parmigiano e addirittura polpettine di carne, mortadella e prosciutto. Una chiave per valutare la gastronomia salentina è la frase che si sente dopo aver chiesto gli ingredienti di una ricetta: “Quello che metti trovi”. Significa che i singoli ingredienti non perdono il loro valore nella mescolanza: la scamorza rimarrà tale, così come le polpette, ecc.
Infine una nota: per quanto riguarda la melanzana è un luogo comune la necessità di cospargerla di sale per eliminarne l’amaro. Consuetudine giusta e doverosa in passato ma assolutamente inutile e dannosa oggi, in quanto le melanzane moderne sono coltivate in modi diversi e in tempi molto più brevi dei decenni passati, non hanno bisogno di una lunga cottura e non sono amare.
Ingredienti:
1 kg di melanzane
Salsa di pomodoro al basilico
Polpettine di manzo
Mozzarella
Mortadella (o prosciutto cotto)
Formaggio grattugiato (rodez o pecorino)
3 uova
Farina
Olio di semi
Sale e pepe qb.
Polpettine:
500 gr di carne macinata.
Un panino raffermo bagnato in acqua e strizzato, 150 gr di formaggio grattugiato, 2 uova, sale, pepe e prezzemolo impastare il tutto in una ciotola e fare delle piccole palline e friggerle.
Svolgimento:
Tagliare a fette le melanzane e lasciarle sgocciolare con del sale grosso , intanto sbattere le uova con un po’ di sale e pepe, infarinare le melanzane e girarle nell’uovo e friggerle nell’olio caldo. Mettere in una pirofila un mestolo di salsa e le fette di melanzane fritte fare dei strati strati ad ogni strato guarnire con polpette, mozzarella e mortadella e salsa, infine ricoprire di salsa e formaggio grattugiato. Infornare la parmigiana per 25-30 minuti a 180° e servire dopo 10 minuti.